CCNL Cooperative Sociali, rinnovo contrattale: proseguono le trattative sul campo di applicazione

Ampio dibattito tra le Organizzazioni Sindacali e le Centrali Cooperative

Il 20 marzo 2023 sono proseguite, tra le Centrali Cooperative e le Organizzazioni Sindacali Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fisascat Cisl e Uiltucs, le trattative sul rinnovo del Ccnl Cooperative Sociali. 
Durante l’incontro, le Organizzazioni Sindacali, dopo aver svolto una più attenta disamina della bozza di testo relativa al campo di applicazione presentata dalle Associazioni Datoriali, hanno messo in evidenza i molteplici punti critici del documento, pur ribadendo la volontà di proseguire il confronto in modo costruttivo. Tuttavia, coerentemente con quanto già affermato in precedenza, sono entrate nel merito delle criticità, ribadendo che, l’eventuale ampliamento del campo di applicazione non potrà prescindere da una più puntuale perimetrazione delle attività, da un notevole incremento delle retribuzioni ed altresì, da un potenziamento degli strumenti contrattuali che isolino le esperienze di cooperazione soprattutto relativamente all’inserimento lavorativo. Difatti, tre sono elementi essenziali che toccano gli altri ambiti di regolazione delle aree proposte dalle Centrali Cooperative, ossia: sanità, educazione istruzione, inserimento lavorativo.
A tal proposito, i Sindacati si sono pronunciati affermando che, nel prossimo incontro previsto per il 3 aprile 2023, presenteranno una contro-proposta di rivisitazione dell’ambito di applicazione del CCNL Cooperative Sociali, ma intanto, nelle prossime giornate, i lavori sul rinnovo contrattuale proseguiranno mediante l’attività di tre Commissioni Tecniche.

 

Decreto immigrazione: la nota esplicativa dell’INL

L’Ispettorato si occupa del D.L. n. 20/2023: dalla semplificazione del rilascio del nulla-osta al lavoro alla procedura di asseverazione (INL, nota 21 marzo 2023, n. 20).

L’INL ha pubblicato una nota sui contenuti del cosiddetto Decreto Immigrazione (D.L. n. 20/2023) affrontandone i diversi aspetti: dalla semplificazione delle procedure di rilascio del nulla-osta al lavoro, ai soggetti cui sono demandate le verifiche, la capacità economica del datore di lavoro, la verifica della congruità del numero di richieste presentate, l’asseverazione e i protocolli d’intesa tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali e organizzazioni dei datori di lavoro.

Programmazione dei flussi di ingresso legale 

Il provvedimento stabilisce che la programmazione dei flussi di ingresso di lavoratori stranieri, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, avverrà per il triennio 2023-25, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e non più ogni anno. Qualora se ne ravvisi l’opportunità, si provvederà all’adozione di ulteriori decreti durante il
triennio. L’articolo 5, consentirà poi ai datori di lavoro che hanno presentato domanda di assegnazione dei lavoratori agricoli ma che non sono rientrati nelle quote, di ottenere con priorità, nei successivi decreti flussi del triennio, l’assegnazione dei
lavoratori richiesti, senza necessità di ripresentare tutta la documentazione.

Semplificazione del rilascio del nulla osta al lavoro 

La disposizione dell’articolo 2 del decreto in oggetto, nel modificare gli articoli 22 e 24 del D.Lgs. n. 286/1998 inserisce nel corpo del T.U. Immigrazione, rendendola strutturale, la procedura semplificata introdotta dall’articolo 44 del D.L. n. 73/2022 convertito con modificazioni dalla Legge n. 122/2022, in particolare per quel che riguarda l’incarico ai professionisti e alle organizzazioni dei datori di lavoro di verificare i requisiti concernenti l’osservanza delle prescrizioni del contratto di lavoro e la congruità del numero delle richieste presentate.

Capacità economica del datore di lavoro

Al riguardo, si rammenta che il comma 1 dell’articolo 9 del D.M. D.M. 27 maggio 2020, in caso di presentazione di una sola istanza, fissa una soglia minima di 30.000 euro di reddito imponibile o di fatturato, quali risultanti dall’ultima dichiarazione dei redditi o dal bilancio di esercizio precedente. 

Per il settore del lavoro domestico o di assistenza alla persona, il reddito imponibile del datore di lavoro con nucleo familiare composto solo dalla sua persona non può essere inferiore a 20.000 annui, limite che sale a 27.000, nel caso in cui la famiglia anagrafica del datore di lavoro sia composta da più familiari conviventi. La verifica dei requisiti reddituali, non si applica al datore di lavoro affetto da patologie o disabilità che ne limitino l’autosufficienza e che abbia presentato l’istanza per un lavoratore straniero addetto alla sua assistenza.

Verifica della congruità del numero di richieste presentate

Si stabiliscono i criteri in base ai quali i professionisti e le organizzazioni datoriali saranno tenute ad effettuare le verifiche di congruità: capacità patrimoniale, equilibrio economico–finanziario, fatturato, numero dei dipendenti, compresi quelli già richiesti ai sensi del D.Lgs. n. 286/1998 e tipo di attività svolta dall’impresa.

L’asseverazione

In caso di esito positivo delle verifiche è rilasciata apposita asseverazione che il datore di lavoro produce unitamente alla richiesta di assunzione del lavoratore straniero. L’asseverazione non è comunque richiesta con riferimento alle istanze presentate dalle organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale che hanno sottoscritto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un apposito protocollo di intesa con il quale si impegnano a garantire il rispetto, da parte dei propri associati, dei requisiti richiesti.

Controlli a campione dell’INL e istanze di conversione

Ai sensi del comma 4 dell’articolo 2, resta ferma la possibilità da parte degli Ispettorati territoriali del lavoro, anche in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, di svolgere controlli a campione sul rispetto dei requisiti e delle procedure previste dal medesimo articolo. Si conferma, inoltre, che gli Ispettorati territoriali continueranno a fornire il parere di competenza in ordine alle sole istanze di conversione.

CCNL Commercio (Conflavoro): previsti acconti su futuri aumenti

Erogati a marzo 2023 gli acconti sui futuri aumenti contrattuali a titolo di anticipazione riassorbibile 

Il CCNL sottoscritto tra Conflavoro Pmi e Fesica-Confsal, con l’assistenza della Confsal, ha previsto a marzo gli acconti sui futuri aumenti contrattuali, erogati a titolo di anticipazione riassorbibile per i dipendenti delle aziende operanti nel settore della logistica e della distribuzione delle merci.
Si fa presente che per il personale part-time time l’erogazione avviene con criteri di proporzionalità, mentre per gli apprendisti deve essere considerato il livello di inquadramento attualizzato al momento dell’erogazione.
Di seguito gli importi.

Livello  Importo
Quadri  52,60
Primo livello 47,90
Secondo livello 41,50
Terzo livello 35,80
Quarto livello 31,20
Quinto livello 29,00
Sesto livello 25,50
Settimo livello 22,10
Op. vendita A 29,60
Op. vendita B 25,10

 

Comunicazione spese impianti di compostaggio: i termini e le specifiche tecniche per la trasmissione 

 

Definiti i termini di presentazione della comunicazione per la fruizione del credito d’imposta di cui all’art. 1, commi da 831 a 834, della Legge 30 dicembre 2021, n. 234, riconosciuto per le spese sostenute per l’installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari presenti nelle regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Approvate anche le specifiche tecniche per la trasmissione telematica dei dati contenuti nella comunicazione e le Modifiche al provvedimento n. 80989 del 14 marzo 2022 (Agenzia delle entrate, provvedimento n. 84261 del 21 marzo 2023).

L’art. 1, commi da 831 a 834, della Legge 30 dicembre 2021, n. 234, ha riconosciuto un contributo, sotto forma di credito d’imposta, pari al 70 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2023, relative all’installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari presenti nelle regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. 

 

Per la fruizione del credito d’imposta, la comunicazione va presentata, in via telematica, nei termini definiti dall’Agenzia delle entrate: dal 20 aprile 2023 al 31 maggio 2023, con riferimento alle spese sostenute nel 2022; dal 22 aprile 2024 al 31 maggio 2024, con riferimento alle spese sostenute nel 2023. 

L’invio telematico deve avvenire nel rispetto dei requisiti definiti dalle specifiche tecniche, attraverso il software denominato “CreditoImpiantiCompostaggio”, messo a disposizione gratuitamente sul sito dell’Agenzia.

 

La Legge di bilancio per il 2023, nel dettaglio, ha modificato il comma 831 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234, estendendo la fruizione del credito d’imposta alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 per l’installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari presenti nelle regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Pertanto, l’Agenzia ha apportato modifiche al precedente provvedimento prot. n. 80989 del 14 marzo 2022, con il quale sono state definite le modalità di applicazione e di fruizione del suddetto credito ed è stato approvato il modello di comunicazione con le relative istruzioni, per adeguarne il contenuto alla proroga prevista dalla legge di bilancio per il 2023. 

 

L’Agenzia, oltre al contenuto del provvedimento, nell’allegato stabilisce il contenuto e le specifiche tecniche da adottare per la trasmissione per via telematica dei dati contenuti nella comunicazione da parte dei contribuenti che provvedono direttamente all’invio nonché da parte degli altri utenti del servizio telematico che intervengono quali soggetti incaricati alla trasmissione.

 

 

 

 

 

Variazione dell’interesse di dilazione e differimento dei contributi e della misura delle sanzioni civili

 

con la Circolare n. 31 del 20 marzo 2023, l’INPS comunica la variazione della misura dell’interesse di dilazione e di differimento e delle somme aggiuntive per omesso o ritardato versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

La decisone della BCE di innalzare di 50 punti base il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema, pari al 3,50%, con decorrenza dal 22 marzo 2023, ha impattato sulla determinazione del tasso di dilazione e di differimento da applicare agli importi dovuti a titolo di contribuzione agli enti gestori di forme di previdenza e assistenza obbligatorie, nonché sulla misura delle sanzioni civili di cui all’art. 116, comma 8, lettera a) e lettera b), secondo periodo, e comma 10, della Legge 23 dicembre 2000, n. 388.

 

Ciò premesso, l’interesse di dilazione per la regolarizzazione rateale dei debiti per contributi e sanzioni civili, ai sensi dell’art. 2, comma 11, del D.L. 9 ottobre 1989, n. 338, convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 dicembre 1989, n. 389, è pari al tasso del 9,50% annuo e si applica alle rateazioni presentate a decorrere dal 22 marzo 2023. Restano, comunque, immutati i piani di ammortamento già emessi e notificati in base al tasso di interesse precedentemente in vigore. Dunque, dal 22 marzo 2023, l’interesse dovuto in caso di autorizzazione al differimento del termine di versamento dei contributi deve essere calcolato al tasso del 9,50% annuo e viene applicato a partire dalla contribuzione relativa al mese di marzo 2023.

 

In parallelo, anche la misura delle sanzioni civili risente dell’innalzamento del tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema. Nel caso di mancato o ritardato pagamento di contributi o premi, la sanzione civile è pari al 9% in ragione d’anno (tasso del 3,50% maggiorato di 5,5 punti). Mentre, in caso di evasione, la misura della sanzione civile in ragione d’anno, resta ferma al 30% nel limite del 60% dell’importo dei contributi o premi non corrisposti entro la scadenza di legge.

 

Con deliberazione n. 1 dell’8 gennaio 2002, in caso di procedure concorsuali, le sanzioni ridotte vanno calcolate nella misura del TUR, oggi tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema. Con la stessa deliberazione è stato altresì disposto che il limite massimo della riduzione non può essere inferiore alla misura dell’interesse legale e che, pertanto, qualora il tasso del TUR scenda al di sotto del tasso degli interessi legali, la riduzione massima sarà pari al tasso legale, mentre la minima sarà pari all’interesse legale maggiorato di due punti. Pertanto, in conseguenza alle variazioni stabilite dalla BCE, a decorrere dal 22 marzo 2023 continua ad applicarsi la riduzione massima pari al tasso legale (5%), mentre la riduzione minima sarà pari all’interesse legale maggiorato di due punti (7%).